Storia

Il Tour ha una storia recente, nasce infatti nel 1995 per volontà dello Sci Club Corrado Gex di Arvier e di alcuni giovani appassionati di alpinismo. Ma se andiamo a ritroso nel tempo e torniamo a quel 1933 che ha visto disputarsi la prima edizione del glorioso Trofeo Mezzalama (25-28 maggio 1933) c’è qualche sorpresa che riguarda anche il Tour du Rutor. Sull’onda della competizione che tuttora impegna gli atleti dal Cervino al Rosa si disputò il 1° e il 2 luglio anche il Trofeo del Rutor, gara di sci d’alta montagna in cordata da tre concorrenti equipaggiati - secondo il regolamento - di piccozza e “sacco alpino affardellato”. Organizzata dal Comando Federale dei Fasci Giovanili di Combattimento e riservata ai Giovani Fascisti e agli universitari piemontesi, vide al via 20 squadre su un percorso ad anello (18 km di sviluppo lineare, 700 m di dislivello) che si snodava attorno al ghiacciaio del Rutor. Gli atleti salirono, dopo il pernottamento al rifugio Santa Margherita (m 2494 in comune di La Thuile), alla base del massiccio della Grande Assaly, toccarono i colli Loydon (ovest ed est), Avernet ed attaccarono, costeggiandola, la cresta del Rutor fino alla capanna Defey (m 3373), culmine della gara. La discesa infine toccava le basi dello Château Blanc e del Flambeau. La vittoria morale andò alla squadra Minatori Fascisti di La Thuile composta da Alberto Chenoz, Francesco Chenoz, Bartolomeo Carrel che, fuori gara, compirono il percorso in 1 28’ 42”. Il Trofeo fu appannaggio della squadra A del Comando Federale dei Giovani Fascisti di Aosta composta da Giovanni Pellissier, Antonio Gaspard (che in pattuglia con Carrel e Maquignaz aveva già vinto il Mezzalama), Antonio Hérin, giovani guide alpine di Valtournenche, con il tempo di 1 35’ 47”.

Il Tour du Rutor, giunto quest’anno alla sua 21ª edizione, può essere considerato a tutti gli effetti – nonostante la variazione del percorso e la distanza ideologica che li separa - erede del vecchio Trofeo del Rutor, la seconda gara di sci d’alta montagna mai disputata sui ghiacciai della Valle d’Aosta. Ci piace poter ristabilire un contatto ideale con quel 1933 da cui presero le mosse i nuovi orientamenti della tecnica sciistica che oggi chiamiamo sci alpinismo.
 

Federica Giommi
Aosta, Rivista della provincia, Anno V, Gennaio-Aprile 1933-X1, numeri 1-4,
Edita a cura dell’Amministrazione della Provincia e del Consorzio Provinciale dell’Economia Corporativa.